Plummer e Basedow: le due facce dell’ipertiroidismo

Plummer Basedow

L’ipertiroidismo, una condizione caratterizzata da una produzione eccessiva di ormoni tiroidei da parte della ghiandola tiroidea, rappresenta un disturbo significativo che può influire su molteplici sistemi del corpo umano, compromettendo il benessere generale del paziente. Questa iperattività tiroidea può derivare da diverse cause, tra cui disturbi strutturali o immunologici, ciascuno con specifiche implicazioni cliniche.

Tra le principali cause di ipertiroidismo spiccano gli adenomi tossici di Plummer e il morbo di Graves, due condizioni che, pur condividendo sintomi simili, si differenziano in modo sostanziale per eziologia, progressione e approccio terapeutico. Gli adenomi tossici si sviluppano a causa di noduli autonomi all’interno della tiroide, mentre il morbo di Graves è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca erroneamente la ghiandola. Queste differenze rendono essenziale comprendere a fondo le peculiarità di ciascuna patologia per formulare una diagnosi accurata e un piano di gestione personalizzato, garantendo così un trattamento efficace e una migliore qualità della vita per il paziente.

Adenomi tossici di Plummer

Gli adenomi tossici di Plummer, derivano dalla presenza di uno o più noduli tiroidei che producono ormoni autonomamente, sfuggendo all controllo dell’ormone tireostimolante (TSH). Questa autonomia funzionale porta a una sovrapproduzione di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3), causando sintomi di ipertiroidismo.

La condizione si sviluppa lentamente e colpisce soprattutto persone sopra i 50 anni. I pazienti presentano spesso:

  • tachicardia;
  • tremore;
  • sudorazione eccessiva;
  • affaticamento;
  • febbricola
  • agitazione psicomotoria.

I pazienti che soffrono di questa condizione generalmente non manifestano i segni oculari o cutanei tipici di altre forme di ipertiroidismo.

La diagnosi si basa su analisi del sangue, che mostrano livelli elevati di FT3 e FT4 con TSH soppresso, e sulla scintigrafia tiroidea, che evidenzia uno o più noduli iperfunzionanti, detti anche noduli caldi. Il trattamento varia a seconda della gravità: si può ricorrere alla terapia con iodio radioattivo per ridurre l’attività dei noduli, all’intervento chirurgico di tiroidectomia, ovvero la rimozione della tiroide, o all’uso temporaneo di farmaci antitiroidei per stabilizzare la condizione.

Morbo di Basedow

Il morbo di Basedow-Graves, invece, è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario produce anticorpi (anti-TSHr) che stimolano eccessivamente la tiroide, causando un aumento diffuso della produzione di ormoni tiroidei. Questa patologia è più frequente nelle donne tra i 20 e i 40 anni e può insorgere rapidamente.

Oltre ai sintomi tipici dell’ipertiroidismo, come nervosismo e perdita di peso, il morbo di Graves si distingue per la presenza di manifestazioni specifiche: l’orbitopatia (protrusione degli occhi in avanti e secchezza oculare) e la dermopatia pretibiale (ispessimento della pelle). Questi segni clinici sono unici e contribuiscono alla diagnosi, insieme agli esami che rilevano gli anticorpi anti recettore del TSH e alla scintigrafia tiroidea, che mostra un aumento diffuso della captazione. L’ecografia della tiroide mostra solitamente una tiroide ingrossata e riccamente vascolarizzata.

Il trattamento include farmaci antitiroidei, iodio radioattivo e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico. Inoltre, per i pazienti con oftalmopatia, può essere necessario un approccio multidisciplinare con terapie mirate agli occhi.

Prevenzione e monitoraggio di Plummer e Basedow

La prevenzione degli adenomi tossici di Plummer e del morbo di Basedow-Graves si basa principalmente sull’adozione di uno stile di vita sano e sull’identificazione precoce dei fattori di rischio. Per gli adenomi tossici, il monitoraggio regolare della tiroide, specialmente in individui con familiarità per noduli tiroidei o in aree a rischio di carenza di iodio, può essere fondamentale. Un apporto adeguato di iodio attraverso la dieta, evitando sia l’eccesso che la carenza, contribuisce a mantenere la tiroide in equilibrio. 

Per quanto riguarda il morbo di Graves, essendo una malattia autoimmune, non esiste una prevenzione diretta, ma è possibile ridurre il rischio di innescare o aggravare la risposta autoimmune limitando fattori scatenanti come lo stress cronico, il fumo e l’esposizione a sostanze tossiche. Una diagnosi precoce di alterazioni tiroidee attraverso controlli medici regolari può aiutare a prevenire le complicazioni e a gestire eventuali anomalie prima che si sviluppino in patologie più gravi.

Condividi il post: