Quando si parla di ipertiroidismo ci si riferisce a una condizione caratterizzata da una presenza in quantità eccessiva degli ormoni tiroidei tiroxina (T4) e triiodotironina (T3). Tale eccesso provoca una serie di conseguenze per il metabolismo, tra cui:
- Perdita di peso
- aumento ingiustificato della frequenza cardiaca
- Nervosismo, irritabilità e ansia
- Eccessiva sudorazione
- Insonnia
- Evidente rigonfiamento della tiroide, alla base del collo
- Esoftalmo, ovvero fuoriuscita degli occhi dalle cavità orbitali
L’ipertiroidismo si rivela più comune soprattutto per il genere femminile e tende a manifestare un andamento di tipo familiare. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, si stima che l’ipertiroidismo interessi dallo 0,2 all’1,3% della popolazione generale, mentre in Italia esiste un’incidenza di 81 casi su 100.000 persone all’anno. e tende a manifestare un andamento di tipo familiare. Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Europeo delle Politiche e dei Sistemi Sanitari, si stima che l’ipertiroidismo interessi dallo 0,2 all’1,3% della popolazione generale, mentre in Italia esiste un’incidenza di 81 casi su 100.000 persone all’anno.
Fattori di rischio e cause
Ma quali sono i fattori di rischio che portano a una diagnosi di ipertiroidismo? Eccone alcune, tra le principali:
- Familiarità
- Sesso (prevalentemente femminile)
- Età
- Patologie autoimmuni
- Radiazioni
- Fumo
Tali problematiche, da sole o combinate tra loro, aumentano la possibilità che si verifichino casi di ipertiroidismoo. A causa di ciò, infatti, si può arrivare alla formazione del gozzo o a difetti di produzione degli ormoni tiroidei, che siano essi congeniti o acquisiti.
Tra le malattie più comuni che possono rendersi responsabili dell’eccesso di ormoni tiroidei troviamo il morbo di Graves, i noduli tossici tiroidei (Adenoma di Plummer) o le fasi tireotossiche delle tiroiditi. Anche alcuni farmaci (come l’interferone o l’amiodarone) possono indurre una condizione di ipertiroidismo.
Come si fa la diagnosi
Per effettuare una diagnosi di ipertiroidismo ci si deve basare principalmente sul dosaggio dei livelli di FT3, FT4 e TSH (ovvero dell’ormone ipofisario che stimola la tiroide) e degli anticorpi anti-tiroide all’interno del sangue.
Per ottenere una diagnosi che sia estremamente precisa e corretta, l’endocrinologo eseguirà anche una ecografia tiroidea, che può aiutare ad individuare eventuali noduli e a misurare volumetricamente la ghiandola. Dopo la visita, potrebbe essere necessario, su consiglio medico, eseguire una scintigrafia tiroidea per avere informazioni sulla funzionalità della tiroide:
- Ecografia tiroidea: aiuta a individuare eventuali noduli
- Scintigrafia tiroidea: fornisce informazioni sulla morfologia e sulle funzionalità della tiroide
Cenni di trattamento
La terapia per contrastare questa patologia può dipendere da diversi fattori, come quelli che sono stati sottolineati in precedenza. Di conseguenza, un approccio terapeutico si dovrà modulare a seconda del caso in questione.
L’endocrinologo solitamente tenta dapprima un approccio farmacologico, per indurre una remissione dell’ipertiroidismo. I farmaci che si utilizzano solitamente sono ben tollerati e non hanno reazioni avverse gravi. Questi farmaci, detti farmaci antitiroidei, bloccano la sintesi degli ormoni tiroidei T3 e T4. Non in tutti i casi di ipertiroidismo è necessario un approccio farmacologico.
Nei casi in cui l’ipertiroidismo sia refrattario a terapia, oppure sia ricorrente, cioè ritorna spesso dopo la terapia, il medico potrà suggerire diversi trattamenti quali ad esempio:
- Approccio radiometabolico: assunzione per bocca di iodio radioattivo che determina la riduzione della produzione degli ormoni e una diminuzione del volume della ghiandola tiroidea
- Approccio chirurgico: intervento di tiroidectomia, cioè l’asportazione di tutta la tiroide o di una sua parte. Di solito, si prende in considerazione quando altre cure non sono possibili o non si sono rivelate efficaci.
Conclusioni e perché è importante fare prevenzione
L’ipertiroidismo risulta essere una patologia decisamente scorbutica poiché, di fatto, non esiste una vera e propria strada preventiva per abbassare drasticamente la probabilità che essa si presenti. In realtà, al fine di prevenire le malattie tiroidee, è molto importante un’alimentazione varia ed equilibrata, come quella mediterranea, e fare controlli medici ed esami del sangue seriati per restare sotto controllo.
Sicuramente l’astensione dal fumo e un controllo accurato dei farmaci utilizzati possono rappresentare uno strumento di prevenzione per questa patologia, aiutando il paziente a non vivere una condizione invalidante. In generale, uno stile di vita sano e attivo – come sempre – può rivelarsi un alleato molto valido.